Persone incinte? No, donne! Il coraggio di dire la verità costa caro a Martine Croxall

Persone incinte? No, donne! Il coraggio di dire la verità costa caro a Martine Croxall

Nel Regno Unito, e ormai in tutto l’Occidente, sembra che ci si possa sentire qualsiasi cosa: donne anche se si è uomini, bambini pur essendo adulti, persino animali pur restando umani. 

Ma guai — guai davvero — a sentirsi infastiditi da un linguaggio che distorce la realtà, cancella le differenze e offende la logica.

Viviamo in un flipper linguistico dove parole da sempre chiare vengono sostituite da espressioni neutre, fredde, astratte. 

Non più “madre”, ma “genitore gestante”. Non più “donne incinte”, ma “persone incinte”. Come se la realtà biologica fosse un’opinione da correggere.

Eppure, qualcuno ha osato ribellarsi.

È il caso della giornalista Martine Croxall, storica anchorwoman della BBC, che durante un notiziario ha interrotto la lettura del gobbo per “correggere” un’espressione imposta dalla redazione: invece di leggere “persone incinte”, ha pronunciato con semplicità e chiarezza “donne incinte”.

Un gesto di puro buonsenso, accompagnato da una smorfia eloquente, diventata virale in poche ore.

Quell’alzata di sopracciglio, quell’espressione spontanea di disapprovazione, sono bastate per scatenare la macchina disciplinare dell’emittente pubblica britannica.

La BBC ha infatti accusato la conduttrice di aver violato la “neutralità editoriale”. 

L’Executive Complaints Unit (ECU) ha ricevuto venti reclami da parte di spettatori che si sono detti offesi da quell’atto “non conforme”, segnalando un presunto “disgusto” espresso dalla giornalista.

Venti segnalazioni, su milioni di telespettatori. Ma abbastanza per avviare un procedimento interno.

L’ECU ha dichiarato che la conduttrice “ha espresso un punto di vista personale” e che la sua “espressione facciale di disapprovazione” indicava “un’opinione sulle controversie riguardanti l’identità di genere”.

Tradotto: ha osato pensare e mostrare ciò che pensa.

È per questo che diciamo basta! È ora di ribellarsi a una neolingua che pretende di riscrivere la realtà e punisce chi la riconosce.

Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo subito a firmare la petizione “STOP alla neolingua woke!” promossa da Generazione Voglio Vivere, perché nessuno deve essere censurato per aver detto la verità.

Ma firmare non basta! Per far arrivare questa voce ovunque, serve una grande forza collettiva.

Per questo, vogliamo potenziare la nostra grande campagna di sensibilizzazione online, per diffondere questo messaggio di libertà, verità e coraggio in un mare di censura e conformismo. Ma per farlo, abbiamo bisogno del tuo aiuto concreto!

Ogni euro donato è un atto concreto contro la neolingua e a favore della libertà di pensiero.

La vicenda ha scosso l’opinione pubblica.

Persino J.K. Rowling, autrice di Harry Potter e da tempo bersaglio dei fanatici del politicamente corretto, ha voluto esprimere il suo sostegno alla giornalista: “Ho una nuova conduttrice preferita della BBC”, ha scritto su X (Twitter).

Una frase semplice, ma che ha fatto tremare gli stessi ambienti che accusano di “odio” chiunque osi difendere l’evidenza: che solo le donne possono restare incinte.

Non è la prima volta che Croxall viene richiamata dall’emittente. Già nel 2022 aveva ricevuto critiche per aver mostrato entusiasmo alla notizia del ritiro di Boris Johnson.

Ma qui non c’è stato entusiasmo né faziosità: solo un gesto di verità. E questo, oggi, sembra essere il crimine più grave.

Dietro la facciata della “neutralità”, si nasconde un sistema che esercita controllo sulle parole, e quindi sul pensiero. È il linguaggio come campo di battaglia, dove la realtà viene riscritta e chi dissente viene punito.

Martine Croxall non ha commesso un errore: ha difeso la verità!

Ha ricordato a milioni di persone che la realtà non si cambia a colpi di linee guida, che la biologia non è un’opinione e che le parole hanno un senso profondo, perché dicono ciò che è.

Un piccolo atto di coraggio, ma enorme nel suo significato. In un mondo che ha paura della verità, anche un sopracciglio alzato diventa un atto di resistenza.

Coraggio, insieme, possiamo dire al mondo che la verità non si piega.

 

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