Regione Puglia: 5 milioni alla PMA. Quando la genitorialità calpesta il diritto alla vita!

Regione Puglia: 5 milioni alla PMA. Quando la genitorialità calpesta il diritto alla vita!

Mentre la sanità pugliese lotta con ospedali in sofferenza, liste d’attesa paralizzanti e una cronica carenza di personale, la Regione Puglia decide di destinare 5 milioni di euro alla Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) per renderla gratuita per le coppie.

Un’operazione ideologica travestita da progresso sociale, che affida al Servizio Sanitario Regionale il compito di sostenere – e amplificare – un sistema spietato, fondato sulla manipolazione, la selezione e la distruzione della vita nascente.

Ciò che viene presentato come una conquista di civiltà, in realtà, è l’istituzionalizzazione di un meccanismo che genera più morte che vita.

Ogni ciclo di PMA implica la produzione di numerosi embrioni, di cui meno di uno su dieci giunge alla nascita. Gli altri? Scartati. Congelati. Soppressi. Ridotti a numeri in una statistica di laboratorio.

Parliamo di esseri umani – non cellule anonime – trattati come materiale di scarto, congelati in contenitori criogenici per anni, a volte per sempre.

Marta, 34 anni, racconta così la sua esperienza: "Ci avevano detto che la PMA era una chance. Ma nessuno ci ha spiegato che avremmo dovuto decidere cosa fare dei nostri 'embrioni in eccesso'. Nessuno ci aveva preparati al dolore di sapere che solo uno dei dieci embrioni impiantati poteva sopravvivere. E gli altri? Mi tormenta sapere che sono ancora là, congelati…

In un contesto dove la voce critica viene spesso oscurata, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per far emergere la verità!

Per questo ti chiediamo di sostenere la nostra vasta campagna di sensibilizzazione online, tramite Facebook, dove ogni contributo aiuta a diffondere consapevolezza, informazione scientifica e tutela della dignità umana.

Aiutaci a difendere la vita fin dal suo inizio. Ogni euro fa la differenza!

Oltre all’impatto umano e psicologico, c'è il rischio sanitario. Studi scientifici hanno documentato un aumento del rischio di patologie oncologiche, metaboliche e genetiche nei bambini nati tramite PMA.

La Regione Puglia, che dovrebbe difendere la salute pubblica, si fa promotrice di un sistema che ignora o minimizza questi allarmi in nome di una presunta equità che nasconde l’ideologia della vita programmata e selezionata.

E cosa dire della PMA eterologa, legittimata da una sentenza della Corte Costituzionale che ha stravolto il senso originario della Legge 40/2004?

Bambini che non sapranno mai chi sono davvero, chi li ha generati, privati del diritto umano fondamentale a conoscere le proprie origini.

Un prezzo altissimo, pagato da chi non può difendersi.

Giorgio, medico neonatologo, afferma: "Il dibattito pubblico non ha il coraggio di dire la verità: ogni ciclo di PMA è un processo invasivo e ad altissimo tasso di fallimento. È falso dire che è tutto sicuro. È falso dire che si crea vita: nella maggior parte dei casi, la si distrugge."

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parla di “diritto alla genitorialità” e di “modello di sanità inclusiva”.

Ma non c’è nulla di inclusivo in un sistema che normalizza la distruzione della vita umana e che priva i più piccoli della verità sulla propria origine.

Questo non è progresso.  E’ una deriva morale mascherata da modernità!

Condanniamo con forza questa scelta moralmente aberrante e politicamente irresponsabile, che trasforma la vita in un processo tecnico da gestire, regolare, contabilizzare.

La Regione Puglia ha il dovere di sostenere la natalità – ma non a costo della vita stessa. Perché ogni embrione è già un essere umano, e ogni euro speso per cancellarlo è una sconfitta per l’umanità intera.

Aiutaci a dire la verità! Sostieni la nostra campagna di sensibilizzazione su Facebook con una donazione, anche piccola.

Ogni contributo serve a raggiungere più persone, a rompere il silenzio mediatico, a contrastare la cultura della selezione e dello scarto. Difendere la vita fin dal concepimento è oggi un atto di coraggio. Unisciti a noi!

Perché il valore di una vita non si misura nei numeri di una delibera regionale, ma nella coscienza di chi ha il coraggio di custodirla.

 

Dona