Sanremo: ancora una volta palcoscenico di propaganda ideologica?

Sanremo: ancora una volta palcoscenico di propaganda ideologica?

Quello che dovrebbe essere un semplice evento musicale, capace di celebrare la cultura italiana e offrire un momento di svago per milioni di telespettatori, si trasforma, anno dopo anno, in un palcoscenico sempre più ideologizzato. 

Il Festival di Sanremo, seguito da famiglie e giovani di ogni età, non è più solo intrattenimento: è diventato uno strumento di potente influenza culturale. 

E tutto questo accade grazie ai soldi dei contribuenti italiani, come te, che attraverso il canone RAI finanziano un programma che non si limita più a presentare la musica, ma promuove vere e proprie agende politiche e sociali.

Quest’anno, l’ennesima iniziativa di stampo ideologico prende piede con l’assegnazione del Premio Queer, patrocinato da Arcigay Imperia e Agedo Genova, che premierà l’artista che si distinguerà maggiormente per il suo impegno a favore della comunità LGBT+. 

Un premio che, purtroppo, non celebra l’arte, ma sembra voler imporre un’agenda ben precisa, forzando Sanremo a diventare una vetrina per una visione del mondo che non rappresenta tutti. 

La scelta del vincitore avverrà grazie a una giuria d'eccezione, tra cui le inimitabili Karma B., personaggi noti per il loro impegno nella causa LGBT+.

Questa iniziativa, purtroppo, è solo l'ultimo capitolo di una tendenza preoccupante: Sanremo non è più solo il Festival della Canzone Italiana, ma è diventato un veicolo di propaganda, un palcoscenico dove i temi legati all’identità di genere e all’orientamento sessuale sono portati in primo piano, al di sopra della musica stessa.

Chi la pensa in modo diverso, chi magari non condivide certe visioni del mondo, è costretto a finanziare questi progetti con i propri soldi, senza alcuna possibilità di esprimere un dissenso. 

Il tutto mentre si impone un “pensiero unico” sotto la maschera della libertà e dell’inclusività.

La domanda, quindi, è più che legittima: Sanremo è davvero un festival della canzone italiana, o è diventato l’ennesimo megafono di una propaganda ideologica?

 

Attribuzione Immagine: kallerna, CC BY-SA 4.0, Wikimedia Commons
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