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Suicidio assistito: la Toscana apre una breccia pericolosa!
L'approvazione della legge toscana sul suicidio medicalmente assistito segna una svolta preoccupante per il nostro Paese, aprendo un varco che rischia di trasformarsi in una deriva inarrestabile.
Laddove le istituzioni nazionali hanno tergiversato per oltre cinque anni, la Regione Toscana ha deciso di procedere autonomamente, stabilendo tempi e modalità certi per l’accesso al fine vita.
Una decisione che, oltre a creare un pericoloso precedente, rischia di spostare l’attenzione dalla vera priorità: il potenziamento delle cure palliative e del sostegno ai malati.
Nella breccia aperta dalla Toscana potrebbero presto infilarsi altre regioni, a partire dal Veneto con il governatore Zaia che, dopo non essere riuscito ad approvare la legge regionale, ha avanzato l'idea di disciplinare la materia con un regolamento regionale, mentre Puglia, Emilia e Friuli potrebbero farsi di nuovo avanti.
Cure palliative: il diritto negato
In un Paese dove l’accesso alle cure palliative resta ancora un privilegio per pochi, con enormi disparità territoriali, la risposta delle istituzioni non può essere quella di facilitare il suicidio assistito, bensì di garantire assistenza qualificata e vicinanza ai malati e alle loro famiglie.
È inaccettabile che, mentre si aprono le porte alla morte assistita, ancora oggi molte persone non abbiano accesso alle cure che potrebbero alleviare le loro sofferenze e offrire una vita dignitosa fino alla fine.
Una scorciatoia pericolosa
La legge toscana stabilisce un iter che, in soli 37 giorni, conduce il paziente alla morte assistita, prevedendo l'intervento del Servizio Sanitario Nazionale e un supporto economico regionale.
Tuttavia, ciò che manca è un serio impegno per rafforzare le alternative a questa scelta estrema: la diffusione di cure palliative accessibili a tutti, il miglioramento della qualità della vita per i malati terminali e un vero accompagnamento umano e sanitario.
Non possiamo permettere che la soluzione più semplice diventi l’unica disponibile per chi soffre!
Unisciti a noi nella battaglia per la vita, per garantire a tutti il diritto a cure palliative dignitose e un accompagnamento umano fino all’ultimo respiro.
Sostieni la nostra vasta campagna di sensibilizzazione per informare il maggior numero di persone sulla pericolosa deriva a cui stiamo andando incontro. Insieme, possiamo fare la differenza!
Una sconfitta per l’intera società
L’approvazione di questa legge rappresenta, dunque, non un traguardo di civiltà, bensì una sconfitta per l’intera società, che abdica al dovere di prendersi cura dei più fragili.
Laddove si accelera il percorso verso la morte, si dimentica che la vera dignità sta nell’essere accompagnati con umanità, rispetto e cure adeguate fino all’ultimo respiro.
È necessario fermarsi e riflettere: quale futuro vogliamo per il nostro Paese? Un futuro in cui la sofferenza è semplicemente eliminata o un futuro in cui la sofferenza è alleviata con cure e assistenza adeguate?
Un appello alle istituzioni
La battaglia per la dignità della vita deve passare per il rafforzamento della medicina palliativa, non per la scorciatoia di una legislazione che rischia di normalizzare la morte assistita come soluzione primaria.
L'Italia ha bisogno di politiche sanitarie che investano nella vita, non che accelerino il percorso verso la sua fine.
Chiediamo alle istituzioni di intervenire con urgenza per colmare le lacune del sistema sanitario, garantendo a ogni cittadino il diritto alle cure palliative e al sostegno umano di cui ha bisogno.
Non possiamo restare in silenzio! Perché non c’è futuro in una società che rinuncia a difendere la vita.
Ti chiediamo, quindi, di darci una mano a rendere quanta più gente possibile consapevole dell’orribile inganno, che si cela dietro il miraggio della “buona morte”. Ogni contributo è fondamentale per diffondere il nostro messaggio.
La vera civiltà si misura nella capacità di proteggere i più deboli, non nell'affrettarsi a porre fine alla loro esistenza!