
Svezia: la follia abortista che minaccia la vita
Mentre il mondo si vanta dei progressi scientifici e della tutela dei diritti umani, in Svezia si consuma un nuovo, agghiacciante passo verso la banalizzazione della vita umana.
Come se non bastasse l’elevatissimo numero di aborti già praticati, il governo svedese – spinto dalle pressioni delle multinazionali della morte – vuole abbattere ogni residuo limite morale, trasformando il diritto all'aborto in un semplice atto amministrativo, un automatismo brutale che calpesta la sacralità della vita.
Non è più sufficiente che il grembo materno, il luogo più sicuro per un bambino, sia diventato il teatro di una delle più grandi stragi silenziose della nostra epoca.
Ora si vuole perfino eliminare qualsiasi forma di controllo medico, lasciando che l’aborto avvenga ovunque, senza nemmeno il minimo presidio sanitario, senza alcuna reale valutazione delle conseguenze per la donna.
Il dolore, il trauma fisico e psicologico, il rischio di complicazioni: tutto sacrificato sull’altare di un’indipendenza fasulla, che altro non è che la resa totale alla cultura della morte.
E tutto questo accade con il plauso dei partiti popolari e dei democratici cristiani svedesi, traditori dei valori che dovrebbero difendere. È l'ennesima dimostrazione che, quando il pensiero dominante impone il suo dogma nichilista, non c’è più spazio per la difesa della vita innocente.
Le ostetriche, nate per aiutare a dare la vita, ora dovranno diventare mere dispensatrici di morte. L’intero senso della loro missione professionale viene capovolto con un linguaggio subdolo, figlio della manipolazione woke che cancella il bene e il male, annientando il valore della vita.
Ma ciò che accade in Svezia non è solo un problema loro: è un campanello d’allarme per l'Italia e per tutta l'Europa. Perché queste politiche disumane si diffondono come un’epidemia, avanzano sotto il falso vessillo della libertà e finiscono per distruggere ogni riferimento etico, ogni resistenza culturale.
Anche in Italia già si avvertono i segnali di questa deriva. Chi ci garantisce che domani non vedremo le stesse proposte, lo stesso attacco alle coscienze, la stessa volontà di stravolgere la medicina e la maternità?
Eppure, le evidenze scientifiche parlano chiaro: l’aborto farmacologico non è affatto sicuro come vogliono far credere. Decine di donne sono morte, migliaia hanno subito gravi complicazioni.
Negli Stati Uniti, la FDA stessa ha registrato oltre 4.000 casi di effetti collaterali gravissimi legati al mifepristone. Ma chi ha interesse a nascondere questi numeri? Perché nessuno ne parla?
Siamo di fronte a un attacco senza precedenti alla dignità della persona e ai fondamenti stessi della nostra civiltà.
Il futuro della nostra società dipende dalle scelte che faremo oggi. Non restiamo in silenzio.
Sostieni la nostra vasta campagna di sensibilizzazione online contro l’aborto! Ogni donazione, anche piccola, è un passo in più per diffondere la verità, per difendere la vita innocente, per contrastare la propaganda della cultura della morte.
Non permettiamo che l’indifferenza e il silenzio soffochino la voce di chi non può difendersi!