Un libro per bambini che esalta l’aborto come “superpotere”: l’ultima follia dell’indottrinamento!

Un libro per bambini che esalta l’aborto come “superpotere”: l’ultima follia dell’indottrinamento!

Quello che sta accadendo oggi supera una soglia che non pensavamo potesse essere oltrepassata.

L’aborto non solo viene normalizzato: ora viene raccontato ai bambini come un “superpotere”.

Sì, proprio così! Esiste davvero un libro per bambini dai cinque agli otto anni, presentato come testo “educativo”, che insegna che l’aborto sarebbe uno strumento per “plasmare il proprio destino”. Un potere quasi magico, qualcosa di positivo, desiderabile.

È difficile trovare parole sufficientemente forti per descrivere lo sconcerto, la rabbia, il dolore che tutto questo provoca.

Il libro si intitola “Abortion Is Everything” (“L’aborto è tutto”). È stato scritto dall’attivista Amelia Bonow e dall’educatrice Rachel Kessler, ed è illustrato con immagini vivaci, colorate, in stile acquerello, pensate per affascinare i più piccoli.

La sua distribuzione è prevista a partire da gennaio 2026, ed è promosso direttamente dall’organizzazione abortista radicale Shout Your Abortion, fondata nel 2016 con l’obiettivo dichiarato di normalizzare l’aborto, sradicare lo stigma e favorire concretamente l’accesso alle pillole abortive e al finanziamento degli aborti.

Non si tratta quindi di un semplice libro “informativo”. Si tratta di un progetto ideologico!

Ai bambini viene spiegato che cos’è l’aborto, come ci si dovrebbe sentire e perché le persone abortiscono, ma tutto viene incorniciato in una narrazione che lo presenta come una scelta creativa, liberatoria, quasi eroica.

Nel libro si afferma esplicitamente che l’aborto sarebbe “un superpotere unicamente umano”, legato alla capacità di immaginare il futuro e fare scelte per costruire “la vita che desideriamo”.

In altre parole: la soppressione di una vita umana viene trasformata in uno strumento di autorealizzazione.

E questo è il punto che brucia di più. Non si parla più di scelta come dramma, non si parla più di ferita, non si parla più di conseguenze interiori. No!

Si parla di aborto come di un diritto-potere. E tutto questo viene insegnato a bambini che ancora dormono con un peluche, che chiedono una luce accesa per non avere paura del buio. È un cortocircuito morale devastante!

È la conferma che la battaglia culturale più feroce si combatte sempre lì: nella mente dei bambini, prima che possano difendersi.

Ed è proprio davanti a tutto questo che non possiamo più limitarci ad indignarci in silenzio.

Se anche tu senti che questa deriva va fermata adesso, ti invitiamo a firmare la petizione “Fermiamo l’aborto chimico!”, promossa da Generazione Voglio Vivere.

È un gesto semplice, ma potente. È un primo, concreto “NO” a questa follia!

E proprio perché questa voce non resti isolata, ti chiediamo anche di sostenere, con la tua migliore offerta, la nostra grande campagna di sensibilizzazione online.

Partecipare attivamente, condividere la petizione, farla circolare il più possibile significa moltiplicare la forza di questo messaggio e rompere il muro del silenzio. Coraggio, contiamo su di te!

Ci raccontano che l’aborto sarebbe solo uno dei tre “esiti normali” della gravidanza, insieme al parto e all’aborto spontaneo. Ma questa non è neutralità: questa è una falsificazione morale profonda.

Un aborto spontaneo è una tragedia che nessuna madre sceglie. L’aborto volontario è una decisione che pone fine, intenzionalmente, a una vita.

Metterli sullo stesso piano significa anestetizzare le coscienze!

E mentre in alcuni Paesi si arriva perfino ad arrestare chi manifesta pacificamente davanti alle cliniche, mentre il dissenso viene soffocato e ridicolizzato, dall’altra parte si costruisce una narrazione zuccherata, patinata, “inclusiva”, per rendere accettabile ciò che accettabile non è: la morte di un bambino non nato.

Noi non ci stiamo! Non accettiamo che si giochi con la coscienza dei più piccoli. Non accettiamo che la vita venga trattata come una variabile opzionale.

Perché il vero superpotere, oggi, non è decidere chi può nascere. Il vero superpotere è avere il coraggio di difendere i più deboli.

 

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