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Un’opera gravemente blasfema promossa da un ateneo cattolico! Diciamo “basta”!
Siamo disgustati. Come cattolici, siamo feriti. Nel profondo del nostro cuore, nel profondo della nostra fede.
Abbiamo davanti la locandina di un’opera teatrale. È pesantemente blasfema. Come il titolo dello spettacolo, del resto.
Il poster raffigura una sorta di drag queen agghindata come la Beata Vergine Maria. Già da questo si capisce tutto.
L’abbiamo mostrato anche ad alcuni amici, cattolici e non. Tutti, indistintamente, hanno provato un senso di repulsione, ribrezzo, persino di nausea.
Non si salva nulla dell’oscenità programmata per i prossimi 30 e 31 gennaio a Lima nell’ambito del XXIV festival «Saliendo de la Caja».
Ma sai cosa ci fa più male? Il fatto che, a promuovere questo evento, sia stata la Pontificia Università Cattolica del Perù!
Per la precisione, la Specializzazione in Creazione e Produzione Scenica della facoltà di Arti Sceniche dell’ateneo. Non c’è giustificazione alcuna!
Non si può invocare la libertà d’espressione come clava per offendere ed umiliare impunemente la fede di milioni di cattolici!
Non ce la sentiamo nemmeno di scrivere il titolo dell’opera, perché già quello rappresenta una bestemmia.
Allude – peraltro con linguaggio veramente triviale, da osteria - ad una versione transgender della Madre di Dio. Disgustoso!
Non ce la sentiamo più di tacere di fronte a questi attacchi anticristiani sferrati col pretesto dell’”arte”! È tutta una menzogna!
E chiediamo a chi, come te, condivide i nostri stessi Valori, di aiutarci a difendere la nostra fede dai suoi nemici, a smascherare ed a combattere in nome di Dio la blasfemia!
Possiamo farlo in diversi modi:
1) Se non lo hai già fatto, sottoscrivendo la petizione promossa da Generazione Voglio Vivere contro la presenza dell’ideologia Lgbt nelle università.
Ti ricordiamo che questo spettacolo blasfemo è stato previsto in un Ateneo, che si dice “cattolico” e questo è assolutamente ingiustificabile!
Oggi è accaduto in Perù, domani potrebbe capitare ovunque, anche in Italia!
2) Promuovendo assieme a noi una vasta campagna di sensibilizzazione, per denunciare l’accaduto e far crescere sempre di più la protesta contro questi periodici attacchi anticattolici.
Per farlo, intendiamo servirci di Facebook. È un mezzo sicuro, veloce ed efficace. Ma ha un costo, che da soli non possiamo sostenere. Uniti, però, possiamo farcela!
L’opera teatrale blasfema, di cui ti stiamo parlando, avrebbe voluto esplorare il «conflitto tra religione e genere attraverso la decostruzione di diverse vergini e sante cattoliche».
L’autore, Gabriel Cárdenas, omosessuale dichiarato, ha detto di volere con questo spettacolo criticare una Chiesa «sessista» e «discriminatrice».
Tradotto in parole povere: si cerca di propinare veleno Lgbt, ma servendolo con i guanti di velluto.
Si cerca di offendere la religione, che in Perù è professata dall’81,3% della popolazione, bollando oltre tutto qualunque critica come “omofobia”! Ci vogliono prendere in giro! È inaccettabile!
Appena appresa la notizia dello spettacolo, forti e crescenti sono giunte le critiche e le proteste tanto dal mondo cattolico quanto da molti esponenti politici.
Un S. Rosario di riparazione è stato pubblicamente promosso da nostri amici del Perù e vi hanno partecipato numerosissimi gruppi di fedeli.
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Il sindaco di Lima, Rafael López Aliaga ha definito la rappresentazione «spazzatura».
Ed ha aggiunto: «Cosa c’è di cattolico in questa università? Solo il nome?». Una domanda quanto mai legittima, non trovi?
La stessa Conferenza episcopale peruviana ha espresso «profondo rammarico» per il fatto che l’ateneo pontificio abbia approvato e promosso una simile vergogna.
Titolo, locandina e contenuto della rappresentazione – han dichiarato i Vescovi - «strumentalizza l’immagine del Cuore Immacolato della Vergine Maria», così da «offendere la fede cattolica».
Don Luis Gaspar, il sacerdote “anima” della Marcia per la Vita in Perù, ha definito quest’opera teatrale «un atto di derisione del sacro ed un’aggressione ai sentimenti religiosi dei credenti».
L’on. José Ernesto Cueto Aservi, deputato aderente al partito conservatore Renovación Popular, ha diffuso un comunicato in cui ha definito «deplorevole» l’accaduto.
Ed ha anche biasimato che una simile messinscena, «anticristiana ed offensiva», sia stata definita «spettacolo culturale pubblico» dal Ministero della Cultura peruviano, qualifica poi ritirata.
E qui ho di nuovo toccato con mano quanto importante sia protestare.
A fronte delle forti critiche levatesi, infatti, la Pontificia Università Cattolica di Lima ha deciso di cancellare le date in programma per lo spettacolo.
Non solo. Ha anche espresso le sue «scuse alla comunità ed all’opinione pubblica».
Ma quel che è accaduto è troppo grave e le scuse non bastano. Occorre che vengano individuati e rimossi i responsabili di tutto questo.
Comunque questa retromarcia da parte dell’ateneo rappresenta già una vittoria importante.
Per questo ti invitiamo ad unirti a noi per dire in modo sempre più forte “basta” agli insulti blasfemi spacciati come “arte”!
È già capitato recentemente anche in Italia che Diocesi prestassero chiese per mostre blasfeme.
È ora di finirla! Facciamo in modo che non si ripeta!
Sottoscrivi, se non lo hai già fatto, la petizione promossa da Generazione Voglio Vivere.
E, nella misura in cui ti sia possibile, dacci una mano per lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione, che muova sempre più persone ad unirsi a noi nella Buona Battaglia.