Veneto, la sanità che sceglie la morte: delibera shock sul suicidio assistito

Veneto, la sanità che sceglie la morte: delibera shock sul suicidio assistito

Non possiamo più tacere!

L’11 luglio, con una semplice delibera amministrativa, la Ulss 3 Serenissima di Venezia ha deciso di aprire la strada al suicidio assistito.

E lo ha fatto senza una legge nazionale, senza una legge regionale, senza il voto del popolo veneto.

Ma ricordiamolo: a gennaio 2024, il Consiglio regionale del Veneto aveva detto NO. La legge proposta dal presidente Luca Zaia era stata bocciata.

Una scelta democratica, netta, che aveva chiuso la porta a questa pratica nella nostra Regione.

E ora? Ora quella porta si vuole riaprire di nascosto, attraverso un atto burocratico che non ha né mandato politico né consenso popolare.

Chi ha deciso che il nostro sistema sanitario, nato per curare e proteggere, debba trasformarsi nel braccio operativo della morte? Chi ha deciso che la vita, anziché essere accolta e protetta fino all’ultimo istante, può essere ridotta a un iter burocratico con moduli, scadenze e referenti?

C’è chi ogni giorno vive accanto ai malati e sa bene cosa significhi questo momento delicatissimo della vita:

  • “Quando garantiamo cure palliative adeguate e non lasciamo soli i malati, vediamo persone ritrovare la voglia di vivere anche negli ultimi giorni,” racconta Lucia, infermiera in un hospice del Veneto.
  • “La gente non vuole morire. Vuole smettere di soffrire. Ed è nostro dovere offrire sollievo, non scorciatoie,” testimonia Marco, medico anestesista.

Parole semplici, ma potentissime. Perché raccontano la verità: la sofferenza non si combatte con la morte, ma con la cura, la vicinanza, l’amore.

Ed è qui che entra in gioco anche la nostra responsabilità come cittadini.

Per questo, se non l’hai ancora fatto, firma subito la petizione “Fermiamo la cultura della morte! Difendiamo la Vita!” per dire no a un sistema sanitario che si arrende e sì a un sistema che cura, accompagna e non abbandona mai nessuno.

È un atto di amore verso la vita e di rispetto verso la dignità umana!

E per dare ancora più forza a questo impegno, sto portando avanti una grande campagna di sensibilizzazione online, tramite Facebook, per informare il maggior numero di italiani su questa pericolosa deriva.

Se vuoi aiutarci a raggiungere ancora più persone, puoi fare una generosa donazione. Insieme possiamo ribaltare questa narrazione e difendere la vita con coraggio!

E poi c’è Domenico Menorello, coordinatore del network di associazioni cattoliche Ditelo sui tetti, che ha denunciato con forza questa decisione:

“L’iniziativa dell’azienda sanitaria veneta è particolarmente grave perché interviene in concorrenza con la prossima legge dello Stato e contraddice il voto del Parlamento veneto, che aveva bocciato l’ipotesi di una legge regionale. Inoltre introduce, di fatto, il compito di condurre a morte da parte di un servizio sanitario regionale.”

Parole pesanti come macigni. Perché ci ricordano che questa delibera non solo scavalca la politica, ma rischia anche di cambiare il volto del nostro sistema sanitario.

Da luogo di cura a luogo dove la vita diventa una pratica da sbrigare.

Ma c’è un’altra domanda che dobbiamo farci: perché questo atto proprio ora, a pochi mesi dalle elezioni regionali? Non si rischia forse di tradire la volontà popolare espressa con chiarezza solo poco tempo fa?

Noi diciamo basta! Vogliamo una sanità che cura, che ascolta, che accompagna, non che abbandona. Vogliamo che i malati ricevano cure palliative, assistenza domiciliare 24 ore su 24, sostegno psicologico e umano.

Il Veneto ha già detto NO! E quel NO deve valere ancora.

Perché la vita non è una pratica burocratica. La vita è dignità, è speranza, è umanità!

 

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