Aborto: l'inaccettabile proposta UE che viola il diritto alla Vita!
La commissione FEMM ha presentato una raccomandazione che promuove l’accesso all’aborto come presunto diritto universale, ignorando i principi fondamentali del diritto internazionale e della dignità della vita umana.
Tale proposta, che include l’aborto come parte della cosiddetta “salute riproduttiva”, contraddice apertamente le dichiarazioni internazionali più autorevoli, come la Conferenza del Cairo del 1994 e la Dichiarazione di Pechino del 1995, che ribadiscono con chiarezza: “In nessun caso l’aborto dovrebbe essere promosso come metodo di pianificazione familiare.”
Nonostante ciò, la FEMM tenta di imporre una visione ideologica unilaterale che non solo nega il diritto alla vita, riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e da altri strumenti giuridici internazionali, ma calpesta anche la sovranità degli Stati membri, imponendo un’ingerenza inaccettabile su questioni bioetiche.
In Polonia, dove la Costituzione garantisce la tutela della vita fin dal concepimento, una simile proposta risulta particolarmente oltraggiosa, andando contro valori fondativi della società e violando il principio di sussidiarietà, cardine del diritto europeo.
Le competenze in materia di sanità pubblica, incluse le questioni bioetiche, appartengono infatti ai singoli Stati membri e non possono essere imposte da organi sovranazionali.
La narrazione ideologica della FEMM arriva persino a stigmatizzare e delegittimare coloro che difendono i valori della vita e della famiglia, etichettandoli in modo sprezzante come “anti-diritti” e opponendoli a un presunto progresso.
È inaccettabile che organizzazioni e individui che promuovono il rispetto della vita umana e dei valori tradizionali vengano ingiustamente attaccati e marginalizzati in nome di un’ideologia che divide e polarizza la società.
La promozione dei diritti delle donne dovrebbe basarsi sulla difesa della maternità, del sostegno alle famiglie e sull’eliminazione della violenza contro le donne, non sull’imposizione di pratiche controverse e divisive come l’aborto.
Le vere soluzioni passano per un impegno concreto: sostegno finanziario, infrastrutture familiari, servizi di consulenza e piani educativi che rispettino la dignità della vita umana.
Inoltre, appare paradossale che il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo, chiamati a rappresentare tutti gli Stati membri, promuovano una proposta che non gode del consenso unanime e che offende profondamente le nazioni che, come la Polonia, difendono la vita come diritto inviolabile.
Tale forzatura non solo mina l’unità europea, ma viola anche i principi basilari del diritto internazionale.
Il Parlamento Europeo ha il dovere di respingere fermamente questa proposta, che dietro l’apparente obiettivo di promuovere l’uguaglianza di genere, nega la dignità della vita umana, il diritto alla sovranità degli Stati e il valore della famiglia, fondamento della società.
Difendere la vita significa difendere la dignità della donna, la maternità e il futuro della società intera!