Anno nuovo, stessa cultura di morte: alziamo la voce!
Il 2025 inizia con un’ulteriore escalation della cultura abortista.
Infatti, dal 1° gennaio, l’Emilia Romagna ha scelto di rendere l’aborto farmacologico ancora più accessibile, approvando la determina regionale 21024, del 9 ottobre 2024.
La nuova norma permette di assumere la pillola abortiva direttamente a casa, senza obbligo di tornare in ospedale o consultorio, il tutto sotto il fragile paravento della telemedicina.
Un cambiamento salutato come un “progresso”, ma che di progresso ha ben poco: si tratta invece di un passo indietro nella tutela della vita e della dignità umana.
Si parla di un ambiente “intimo e familiare”, ma la realtà è ben diversa.
Dietro la facciata rassicurante si nasconde una crudele banalizzazione dell’aborto: un atto drammatico ridotto a una pratica “semplice”, come assumere un’aspirina.
Non è un caso che oggi in Italia il 52% degli aborti sia chimico, spostando il dramma tra le mura di casa, lontano da ogni sostegno umano e sanitario.
Ma chi protegge le donne da questa solitudine disarmante? Chi le aiuterà a gestire il dolore, il rimorso e le possibili complicazioni fisiche e psicologiche?
Questa procedura non è né sicura né rispettosa delle donne, che saranno lasciate sole ad affrontare momenti strazianti, rischiando di vedere con i propri occhi il piccolo corpo del proprio figlio morto, gettato via come un rifiuto.
È una visione scioccante, ma necessaria per comprendere la brutalità di una pratica che non ha nulla di umano o di “progresso”.
Persino i sostenitori della legge 194 sembrano ciechi di fronte a questa contraddizione: una norma che doveva garantire la tutela sociale della maternità viene tradita da procedure che isolano e abbandonano le donne nel momento più delicato.
Questa scelta non è progresso, ma regressione! È l’ennesimo passo di una cultura di morte che ignora il dramma umano e sociale dell’aborto, la sofferenza delle donne e la perdita di migliaia di vite innocenti.
Per questo, oggi ti chiediamo di agire! Vogliamo ampliare sempre più la nostra campagna di sensibilizzazione, per informare più persone possibili sull’abisso a cui andiamo incontro. Ma non possiamo farlo senza il tuo aiuto!
Non importa quanto tu possa donare: ogni euro è un mattone per costruire un mondo che difenda la dignità della vita umana.
Ma non è tutto.
In questo inizio di 2025, un altro tassello si aggiunge al quadro inquietante dell’aborto farmacologico in Italia: questa pratica, già controversa e disumana, sbarca anche nelle Marche.
È Ascoli Piceno, con il reparto di ginecologia e ostetricia dell’Ospedale Mazzoni, la prima realtà della regione ad adeguarsi alle linee guida ministeriali del 2020.
Qui, i farmaci abortivi vengono ora somministrati fino alla nona settimana di gestazione, normalizzando ulteriormente una procedura che di normale non ha nulla.
È un attacco alla vita che non può essere giustificato da esigenze burocratiche o da presunti miglioramenti nell’accesso ai servizi sanitari.
Ogni passo verso la normalizzazione di queste pratiche non fa che allontanarci da una cultura della vita e della solidarietà.
Aborto dopo aborto, ospedale dopo ospedale, si sta costruendo un mondo in cui la vita perde valore e la sofferenza viene ignorata.
Come possiamo restare indifferenti di fronte a questa deriva? È nostro dovere gridare con forza la nostra contrarietà e difendere il valore sacro della vita.
Non lasciamo che il silenzio diventi complice di questa cultura di morte. Dona il tuo prezioso sostegno alla nostra campagna di informazione e unisciti a questa battaglia per la vita!
Ne varrà la pena, se anche solo riuscissimo a salvare una creatura e la donna che l’ha generata dalle terribili conseguenze dell’aborto.
«Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25, 40).
Coraggio! Insieme, possiamo fare la differenza!