Demografia a picco, Europa in ginocchio: salviamo il futuro, prima che sia troppo tardi!

Demografia a picco, Europa in ginocchio: salviamo il futuro, prima che sia troppo tardi!

Il declino demografico non è più una previsione: è una realtà.

È l’inverno freddo e silenzioso che già gela le culle d’Europa e svuota scuole, paesi, interi territori.

I dati allarmanti, purtroppo, si moltiplicano!

L’Europa è in declino, la Spagna è in emergenza

Nel periodo 2008-2023, la natalità è crollata in 22 dei 27 Paesi UE.

La Spagna ha toccato il fondo: un calo del 38% delle nascite, con picchi regionali del 49% come in Cantabria, la peggior cifra dell’intera Unione Europea.

Il dato è ancora più allarmante se si considera che, per oltre un secolo, il numero di nati vivi in Spagna si è mantenuto sopra le 600.000 unità annue. Oggi si fatica a superare le 300.000.

Le conseguenze sono già evidenti: una riduzione drastica della popolazione attiva, una pressione insostenibile sui sistemi pensionistici e sanitari e una trasformazione radicale dei servizi educativi.

Il declino demografico colpisce trasversalmente ogni ambito: uno degli effetti più immediati in Spagna è stato il collasso del settore dell’educazione per la prima infanzia (0-3 anni).

Negli ultimi cinque anni è scomparso il 25% dei centri educativi privati per l’infanzia, che attualmente servono oltre 200.000 famiglie e impiegano più di 50.000 professionisti, in gran parte giovani donne qualificate.

Le principali organizzazioni del settore (ACADE, CECE, Escuelas Católicas, FENACEIN, UGT, FSIE, ecc.) chiedono finanziamenti stabili, riconoscimento professionale e lotta alla concorrenza sleale.

Perché il ciclo 0-3 è una fase educativa essenziale per lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale dei bambini, come confermano anche gli studi dell’OCSE e del Nobel James Heckman.

Di fronte a questo drammatico declino, è il momento di agire!

Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione “Fermiamo la glaciazione demografica!”, promossa da Generazione Voglio Vivere, un appello concreto a chi vuole invertire questa deriva e restituire speranza al nostro futuro.

Perché senza nuove generazioni, non c’è domani!

E se vuoi fare ancora di più, aiutaci a portare questo messaggio a milioni di italiani.

Vogliamo potenziare la nostra vasta campagna di sensibilizzazione online, in particolare su Facebook, per rompere questo silenzio. Ma per farlo, abbiamo bisogno del tuo aiuto!

Con una donazione, anche piccola, puoi sostenere concretamente questa missione. Contiamo su di te!

Una mozione europea, un’opportunità da non sprecare

Durante l’ultima sessione del Consiglio d’Europa, una mozione significativa è stata presentata dall’on. Ana Zaborska: “Verso un’Europa favorevole alla famiglia”.

La mozione riconosce l’inverno demografico come minaccia trasversale, che colpisce lavoro, pensioni, salute pubblica, sviluppo regionale.

Tra i punti chiave: conciliazione vita-lavoro, protezione della maternità, giustizia fiscale per le famiglie, sostegno all’alloggio e all’educazione, contrasto alla fuga dei cervelli.

Come ha dichiarato Vincenzo Bassi, presidente della FAFCE: “Non c'è sviluppo sostenibile senza equilibrio intergenerazionale. Abbiamo bisogno di una nuova definizione delle politiche demografiche, perché oggi sono viste solo come un costo. Ma sostenere la famiglia è un investimento.”

E l’Italia? Non c’è nulla da festeggiare

Anche l’Italia è travolta dallo stesso inverno. Nel 2023 le nascite hanno toccato un minimo storico sotto quota 380.000.

L’età media del primo figlio si alza, le famiglie si riducono, i giovani rinunciano alla genitorialità per mancanza di sicurezza economica, servizi, e visione futura. Il tasso di fertilità è ben sotto il livello di sostituzione: 1,2 figli per donna.

È una crisi strutturale, non una moda passeggera.

Serve un approccio sistemico: infrastrutture per l’infanzia, cultura della genitorialità, stabilità del lavoro giovanile. Serve un cambio di paradigma!

Non c’è futuro senza figli, non c’è civiltà senza nuove generazioni: il tempo di aspettare è finito!

 

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