Denunciamo ovunque il commercio di tessuti e di organi di bambini abortiti!

Denunciamo ovunque il commercio di tessuti e di organi di bambini abortiti!

Grande euforia ha accolto il patteggiamento, che ha posto fine alla causa penale pendente sul capo del giornalista David Daleiden e della sua assistente Sandra Merritt.

Sono i due attivisti pro-life del CMP-Center for Medical Progress, che tra il 2014 ed il 2015 girarono di nascosto oltre una dozzina di video durante le fiere della National Abortion Federation.

Quei video sconvolsero il mondo intero, perché dimostravano come Planned Parenthood ed altre sigle analoghe fossero coinvolte in un commercio di tessuti ed organi di bimbi abortiti.

Venivano venduti a laboratori di ricerca di università e aziende biotecnologiche e spesso erano destinati al mondo della cosmesi. Vergognoso!

Emersa la verità, lo Stato della California – prima con l’allora procuratrice generale Kamala Harris e poi con i suoi successori – ha scatenato contro quei due una vera persecuzione giudiziaria.

Proprio così: anziché perseguire i protagonisti del commercio illegale, incriminarono chi aveva fatto venire alla luce lo scandalo, sulla base di un cavillo della legge sulle videoregistrazioni.

Daleiden e Merritt erano accusati di aver falsificato la propria identità e venivano minacciati di condanne a multe pesantissime e ad anni di carcere.

Un caso senza precedenti, poiché prima di allora nessun giornalista era mai stato perseguito penalmente per aver effettuato sotto copertura registrazioni clandestine di pubblico interesse.

Col patteggiamento raggiunto, viceversa, i due imputati si dichiareranno non colpevoli, ergo niente carcere, niente multe e niente libertà vigilata.

Verranno condannati per un reato minore, che sarà convertito in una dichiarazione di non colpevolezza, la quale verrà poi archiviata e cancellata.

Il che significa anche che la loro battaglia continua: potranno ancora denunciare gli orrori di questo macabro commercio di tessuti e di organi di feti abortiti.

Dal canto suo, lo Stato della California ritirerà tutte le accuse nei confronti di Daleiden e Merritt. È questo il senso dell’accordo raggiunto presso l’ufficio del Procuratore Generale della California.

Ma è ciò che resta di tutto questo ad impensierirmi…

Certo, quei video hanno fatto tanto bene. Ma, al di là del clamore mediatico e della vicenda giudiziaria, certamente sconcertante, cosa resta?

Resta il fatto che un ingiusto e crudele mercato sia stato compiuto sui bambini abortiti, pagato con soldi pubblici. E nulla vieta di pensare che, forse con qualche prudenza in più, si compia ancora.

Crediamo sia questo che deve stare al centro della nostra attenzione. È a questo che oggi siamo chiamati a ribellarci!

Desideriamo che tutti lo sappiano, perché quanto accaduto – e probabilmente accade – è disumano. Brandelli di bimbi aborti venduti ad un mercato di pezzi di ricambio biologici: terrificante!

Sempre più gente deve sapere tutto questo. Perciò intendiamo lanciare una vasta campagna di sensibilizzazione, servendoci di un mezzo veloce ed efficace, Facebook, che però ha un costo.

Per questo, abbiamo bisogno del tuo aiuto! Se la notizia si diffonde, ne siamo certi, potremo trovare tanti nuovi amici disposti a combattere con noi la battaglia per la Vita!

La vicenda giudiziaria di Daleiden e Merritt ha fatto emergere un commercio sommerso di feti abortiti, che nemmeno immaginavamo.

Conseguenze? Nel dicembre 2017 due società di bioscienze hanno dovuto pagare 7,8 milioni di dollari per aver violato le leggi sulla compravendita di tessuti fetali a fini di ricerca.

Ed il Texas è riuscito ad escludere dal proprio Stato Planned Parenthood dall’accesso ai finanziamenti legati al programma federale Medicaid per l’assistenza sanitaria ai poveri.

E ciò per la «condotta moralmente corrotta ed illegale» della multinazionale dell’aborto, fatta emergere dal procuratore generale del Texas, il repubblicano Ken Paxton.

Sempre Planned Parenthood è ora accusata di una sovrafatturazione pari a circa 17 milioni di dollari: se fosse riconosciuta colpevole di frode, la attende una sanzione da 1,8 miliardi di dollari.

Ma questo indica solo una cosa: che c’è stato – e potrebbe esserci ancora – un apparato di potere politico e giudiziario, pronto a coprire il traffico di bambini abortiti. Non solo negli Stati Uniti…

Ed è questo a non lasciarci tranquilli e che crediamo non possa lasciare tranquillo nessuno di coloro che credono nella Vita.

Max Staver, il fondatore e presidente di The Liberty Counsel, ha dichiarato in merito a questa incredibile vicenda:

«Uccidere bambini per estrarne parti del corpo a scopo di lucro è un atto perverso e non ci sono scuse per la persecuzione politica» patita da Daleiden e Merritt.

Il dibattito sull’aborto e sulle ricerche relative ai tessuti fetali è solo iniziato e deve rimanere una questione centrale non solo negli Stati Uniti, ma nel mondo intero.

Per questo la nostra protesta deve essere urlata in modo forte e chiaro. Perché altre vicende simili, se vi sono, vengano alla luce.

I bimbi nel grembo delle loro madri non sono e non devono essere carne da macello, né rappresentare un business per aguzzini senza scrupoli in nessun angolo del pianeta.

Aiutaci a lanciare questa vasta campagna di sensibilizzazione. Togliamo, come han fatto Daleiden e Merritt, il velo su questa mercificazione di corpi umani.

 

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