I progressi della medicina mostrano perché dire sì alla Vita e no all’aborto

I progressi della medicina mostrano perché dire sì alla Vita e no all’aborto

Nelle ultime settimane si sono succedute diverse notizie, che hanno dimostrato in modo inequivocabile come il bimbo nel grembo materno sia una persona.

La grande stampa ovviamente non ne ha fatto cenno, poiché ciò significherebbe mettere in discussione l’aborto, che da “diritto” diverrebbe chiaramente agli occhi di tutti omicidio.

Però la cronaca parla chiaramente: Nash ha visto la luce alla 21a settimana di gravidanza. È entrato nel Guinness dei Primati come il bambino più prematuro al mondo.

La medicina, del resto, ha fatto passi da gigante ed ora consente di salvare e far nascere anche creature tanto piccole. Oggi Nash sta bene ed un mese fa ha festeggiato il suo primo compleanno.

Eppure, in alcuni Stati, come Regno Unito, India e Paesi Bassi, ad esempio, è possibile abortire sino alla 24a settimana. Nash ne aveva 21, quando è stato partorito. Com’è possibile?

È una contraddizione! Ciò indica chiaramente come sia quanto meno necessario ed urgente rivedere al ribasso i limiti fissati dalla legge entro cui effettuare l’aborto.

Non si possono, infatti, uccidere nel grembo delle loro madri bimbi già in grado di nascere e di condurre un’esistenza propria!

Ma non solo. In Texas un uomo è stato arrestato, per aver messo una pillola abortiva nel drink della sua fidanzata incinta di sei settimane.

Ciò le ha provocato gravi emorragie e poi un aborto spontaneo. L’uomo non voleva quel figlio ed ora è accusato di omicidio.

Se quella pillola la donna l’avesse assunta spontaneamente, nessuno si sarebbe stupito di nulla ed il misfatto non avrebbe costituito né notizia, né reato.

I conti non tornano: la morte di un figlio non ancora nato è forse una tragedia solo quando avviene contro la volontà della madre?

Se oggi gli inquirenti parlano di omicidio, è chiaro come il bimbo nel grembo materno vada considerato a tutti gli effetti una persona ed abbia diritto a vivere!

La nostra è una società schizofrenica. Da una parte consente di abortire, dall’altra riconosce – giustamente - che i figli non nati vadano tutelati in quanto esseri umani.

Ancora: in Georgia, Stati Uniti, i medici del Memorial Health University Medical Center hanno effettuato un delicatissimo intervento chirurgico di parto parziale su di una piccola non nata.

Alla 20a settimana di gravidanza, si è notato che la bambina, Charlotte, per un problema sotto la lingua rischiava di non riuscire più a respirare.

Per cui si è proceduto con l’operazione sulla parte superiore del corpicino, mentre la parte inferiore si trovava ancora nell’utero. Dopodiché si è proceduto col parto totale.

Oggi Charlotte sta bene, è serena e contenta. Come i suoi genitori. Il suo caso, quello del Texas e quello di Nash dimostrano quanta brutalità vi sia nei regimi permissivi in tema di aborto.

Ad essere uccisi nei grembi materni sono bambini, che, se partoriti, sarebbero già in grado di vivere autonomamente: tu come chiami questo? Un “diritto” o un omicidio?

Così pure l’uomo, che ha messo una pillola abortiva nel drink della fidanzata, ha esercitato un “diritto” o commesso un reato? La risposta è evidente.

Per questo, non possiamo più tacere! Dobbiamo reagire con forza all’ideologia di morte, che sta avvelenando i cuori e le coscienze dell’Occidente.

Oggi noi possiamo fare qualcosa. Abbiamo almeno due mezzi, entrambi efficaci, a nostra disposizione.

Il primo consiste nel firmare, se non lo hai ancora fatto, la petizione «No all’aborto tra i diritti fondamentali dell’Ue!», promossa da Generazione Voglio Vivere.

Chiediamo tutti insieme al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, di agire in tutte le sedi istituzionali, affinché almeno in Italia ed in Europa, ad esser tutelata, sia la Vita.

Il secondo modo consiste nel promuovere una vasta campagna di sensibilizzazione, per far conoscere questa nostra iniziativa a quanta più gente possibile.

I social rappresentano il mezzo più veloce ed efficace per raggiungere tanti in poco tempo. Ma hanno un costo, che da soli non riusciremmo a sostenere. Per questo, abbiamo bisogno del tuo aiuto!

È molto importante: uno studio pubblicato quest’anno sul Journal of the American Medical Association ha rivelato come sempre più bimbi alla 22a settimana di gravidanza vengano salvati.

Il loro tasso di sopravvivenza è aumentato dal 25,7 al 41% per coloro che hanno ricevuto un trattamento attivo e dal 7,4 al 32% per chi non ha ricevuto cure attive.

I progressi tecnologici e medici oggi consentono di farlo. Eppure, molti Paesi consentono l’aborto fino alla 24a settimana ed alcuni – tra cui una decina di Stati Usa – anche fino alla 40a settimana.

I casi che ti abbiamo raccontato dimostrano come si stiano ammazzando degli esseri umani, delle persone perfettamente in grado di vivere in modo autonomo!

L’ideologia di morte va fermata. Subito!

 

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