Quando la maternità diventa marketing: la Regione Puglia investe 900.000 euro nel social freezing

Quando la maternità diventa marketing: la Regione Puglia investe 900.000 euro nel social freezing

Con 900.000 euro dei contribuenti, la Regione Puglia ha deciso di finanziare una pratica tanto costosa quanto illusoria: il cosiddetto social freezing, ovvero la crioconservazione degli ovuli a fini non medici.

Questo investimento, spalmato sul triennio 2025–2027, offre un contributo una tantum fino a 3.000 euro per le donne tra i 27 e i 37 anni, residenti in Puglia da almeno un anno e con un ISEE pari o inferiore a 30.000 euro.

Una misura spacciata per atto di “giustizia sociale” e “equità di genere”, ma che in realtà cela una deriva culturale e bioetica profonda, che svilisce la maternità, mercifica il corpo femminile e alimenta le illusioni dell’industria della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).

Un’operazione di marketing mascherata da diritto

Dietro lo slogan patinato della “libertà riproduttiva”, si cela un vero e proprio tradimento della realtà biologica e del desiderio autentico di maternità.

Giovani donne sane vengono incentivate, persino spinte, verso trattamenti ormonali intensivi e interventi chirurgici invasivi per “congelare” una speranza che non ha alcuna garanzia di successo.

I dati parlano chiaro: su 10 embrioni “prodotti” in laboratorio, meno di uno riesce a nascere, e quelli che ce la fanno affrontano un rischio statisticamente più elevato di patologie, incluse malattie oncologiche.

È sconvolgente che proprio le istituzioni si facciano promotrici di queste scelte.

“Abbiamo voluto rendere accessibile una tecnica ancora percepita come elitista” ha dichiarato il consigliere regionale Ruggiero Mennea.

Ma a quale prezzo? A costo di rendere normale l’idea che il corpo della donna vada manipolato, che la fertilità sia un problema da mettere sotto ghiaccio, che la genitorialità possa essere rimandata come un progetto finanziario?

False promesse, vere conseguenze

Non si tratta di diritto, ma di una nuova forma di pressione sociale.

“Ho parlato con tante donne che desideravano congelare i propri ovuli ma non potevano permetterselo economicamente” ha affermato il firmatario dell’emendamento, Stefano Lacatena.

Ma non si dice mai, invece, quante donne – che lo hanno fatto – non sono mai riuscite a diventare madri, o si sono ritrovate sole e illuse, con ovociti congelati in un centro PMA e il desiderio di maternità svanito nel vuoto.

È per questo che stiamo portando avanti una vasta campagna di sensibilizzazione online, soprattutto su Facebook, per smascherare le menzogne dietro la PMA e informare tutti dei rischi che comporta.

Ma per farlo, abbiamo assolutamente bisogno del tuo aiuto! È anche grazie al tuo contributo che possiamo allargare la nostra rete, diffondere il nostro messaggio e rafforzare la lotta che portiamo avanti ogni giorno.

Il paradosso delle priorità pubbliche

Ora si vuole persino inserire il social freezing nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), con un investimento iniziale di 10 milioni di euro e ulteriori campagne informative da 2 milioni l’anno.

Davvero è questa la priorità sanitaria del nostro Paese? Non si finanziano i consultori, non si supportano le madri lavoratrici, non si investe su prevenzione e salute, ma si trovano fondi per congelare cellule, non vite.

Il sistema della PMA si fonda su un principio agghiacciante: la produzione seriale di embrioni, la selezione, il congelamento e la distruzione.

Una logica industriale applicata alla vita umana. Ogni essere umano così prodotto ha meno del 10% di probabilità di nascere.

Eppure, nessuno ne parla. Si tace. Si copre tutto con la retorica del “diritto a scegliere”.

La vita non si congela: va accolta

Noi diciamo NO! No alla retorica che trasforma il desiderio di maternità in un business. No alla propaganda che svende la salute femminile per interessi economici.

L’Italia ha bisogno di politiche che mettano al centro la donna intera, non solo le sue cellule.

Rivendichiamo una vera libertà: quella di diventare madri nel tempo giusto, con dignità, con sostegno, con verità.

In un tempo in cui la vita viene ridotta a procedura e la maternità trasformata in mercato, abbiamo bisogno di persone come te. Con il tuo sostegno possiamo continuare a informare, a resistere, a costruire un futuro che rispetti davvero la vita.

Ogni euro donato ci permette di difendere la verità contro le narrazioni tossiche e proteggere la dignità della donna da pressioni invisibili. Un gesto concreto vale più di mille parole!

Non abbiamo bisogno di promesse surgelate, ma di scelte coraggiose a favore della vita e della dignità.

 

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