
Università americana rifiuta fondi LGBT. In Italia troveremo mai il coraggio di farlo?
In un’epoca in cui la cultura dominante cerca in ogni modo di normalizzare l’ideologia gender e imporre una visione relativista della sessualità, esiste ancora chi ha il coraggio di dire NO.
È il caso dell’Università di Baylor, in Texas, che ha revocato un finanziamento di oltre 640.000 dollari erogato da una fondazione pro-LGBT, perché le attività ad esso legate promuovevano ideologie in netto contrasto con i valori cristiani e con la visione biblica della sessualità.
Il finanziamento, erogato dalla Eula Mae and John Baugh Foundation, era destinato al Center for Church and Community Impact della Garland School of Social Work, con l’obiettivo di sostenere una ricerca sull’inclusione delle persone LGBTQIA+ nelle comunità religiose.
Ma come ha chiarito la presidente dell’ateneo, Linda A. Livingstone, il problema non era la ricerca in sé, quanto le attività di “advocacy” e di militanza ideologica che la accompagnavano e che si sono dimostrate incompatibili con l’identità cristiana dell’università.
Queste le sue parole: “Le nostre preoccupazioni non si sono concentrate sulla ricerca in sé, ma sulle attività che sono seguite nell’ambito della sovvenzione... In particolare, il lavoro si è esteso alla difesa di prospettive sulla sessualità umana incoerenti con le politiche istituzionali di Baylor”.
E ancora, con grande chiarezza, la presidente ha ribadito il fondamento cristiano su cui si regge la visione dell’ateneo: “Affermiamo la comprensione biblica della sessualità umana come dono di Dio, che si esprime attraverso la purezza nella vita da single e la fedeltà nel matrimonio tra un uomo e una donna.”
Un atto di coraggio e di verità, che suona come una boccata d’ossigeno in un mondo accademico sempre più dominato da logiche ideologiche, da agende politiche mascherate da “inclusione” e “diritti”.
Ma mentre negli Stati Uniti un’università cristiana compie un passo così deciso, in Italia assistiamo al contrario: all’arretramento, al silenzio, e troppo spesso alla complicità delle istituzioni educative nei confronti dell’indottrinamento gender.
Dalle scuole primarie alle università, ogni giorno si moltiplicano i laboratori, i corsi, i progetti, le lezioni in cui si promuovono “nuove identità di genere”, si cancella la maternità, si equiparano le famiglie naturali alle “famiglie arcobaleno”.
Il tutto con il beneplacito delle dirigenze scolastiche e, spesso, con fondi pubblici.
E se un’università italiana osasse fare ciò che ha fatto Baylor? Apriti cielo! Si griderebbe allo scandalo, alla censura, alla “violazione della libertà accademica”.
In realtà, quello che manca oggi in Italia non è la libertà, ma il coraggio.
Il coraggio di porre un limite, di dire con chiarezza che la libertà accademica non può essere usata come paravento per veicolare ideologie contrarie alla natura umana, alla realtà biologica e ai valori della nostra tradizione.
Baylor ha scelto di rinunciare a una somma cospicua di denaro per non tradire la propria missione educativa e la propria fede.
Anche l’Italia ha bisogno di università e scuole capaci di questo coraggio.
Il gesto della Baylor University non è solo una notizia da riportare: è un segnale potente per il mondo accademico occidentale, e deve essere uno stimolo anche per il nostro Paese.
L’Italia può ancora scegliere: adeguarsi alla logica del conformismo o riscoprire il valore della propria identità culturale e cristiana. E dire, finalmente, basta all’ideologia gender nelle nostre scuole e università!
Per questo, è il momento di agire! Se anche tu vuoi dire basta all’indottrinamento dei nostri figli e studenti, firma subito la petizione “No all’indottrinamento degli adolescenti!”, promossa da Generazione Voglio Vivere.
Difendiamo insieme la libertà educativa e il diritto dei genitori a scegliere come educare i propri figli.
E se credi, come me, che sia urgente portare questa battaglia ovunque, aiutaci a far sentire la nostra voce.
Stiamo portando avanti una campagna di sensibilizzazione online su larga scala tramite Facebook, per raggiungere milioni di famiglie, studenti e insegnanti in tutta Italia. Ma per farlo, abbiamo bisogno anche del tuo aiuto!
Ogni contributo, anche piccolo, è un passo in più per difendere la verità e proteggere le nuove generazioni.
Ogni giorno in cui restiamo in silenzio è un giorno perso nella lotta per la libertà educativa. Non possiamo più aspettare!