
"Fraternité" secondo Macron: una legge per sopprimere chi soffre. L’Italia farà lo stesso?
Ancora una volta, la Francia si fa portavoce di un progetto mortifero che cancella la speranza, ignora la sofferenza vera e sradica l’uomo dalla sua umanità più profonda.
Con l'approvazione da parte dell'Assemblea Nazionale del disegno di legge sull’“aiuto attivo a morire”, si consuma l’ennesima ferita alla civiltà occidentale.
Un altro colpo d’ascia, benedetto da Emmanuel Macron e dalla regia della massoneria, che si aggiunge alla costituzionalizzazione dell’aborto e alla fecondazione artificiale per tutti: tre tappe dello stesso piano ideologico.
Cosa prevede la nuova legge francese?
Dietro espressioni ambigue come “auto-somministrazione del prodotto letale” e “aiuto nel morire”, si nasconde una deriva legislativa che autorizza lo Stato non a curare, ma a sopprimere.
Il testo approvato introduce una nuova figura giuridica: l’accesso a una morte medicalmente assistita, ovvero l’ingestione volontaria di un farmaco letale, su prescrizione medica, da parte di pazienti che rispettano una serie di criteri.
Possono richiedere questa pratica:
- cittadini francesi maggiorenni,
- affetti da una patologia grave e incurabile,
- in fase avanzata o terminale,
- che provochi sofferenze fisiche o psicologiche persistenti,
- e che siano in grado di esprimere una volontà libera e consapevole.
Nonostante il passaggio all’Assemblea, il testo dovrà ancora essere votato al Senato. Qui la maggioranza conservatrice potrebbe introdurre emendamenti o resistenze, ma l’impianto ideologico della legge è ormai tracciato.
Numerosi osservatori hanno denunciato la vaghezza di concetti come “sofferenze psicologiche” o “volontà libera”, soprattutto in un contesto di vulnerabilità emotiva, isolamento o pressione sociale.
Inoltre, la legge criminalizza chi si oppone alla sua attuazione: introduce il reato di ostacolo al suicidio assistito, punendo con fino a due anni di carcere e 30.000 euro di multa chiunque interferisca, anche moralmente o spiritualmente, con la decisione di morire.
Reazioni e prospettive
Le reazioni non si sono fatte attendere: il mondo cattolico, ma anche medici, intellettuali e giuristi laici, hanno denunciato l’adozione di una legge che mina alla base il concetto stesso di cura e convivenza civile.
Il Collectif Soins de Vie, composto da venti tra ordini professionali e società scientifiche, ha dichiarato che la Francia ha appena approvato una delle leggi sul fine vita più permissive del mondo.
Persino l’intellettuale ateo Alain Minc ha parlato apertamente di “deriva antropologica”: «Il diritto a morire diventerà presto un dovere di morire. Questa legge è fatta per chi ha i mezzi per scegliere, ma colpirà i più fragili».
Non meno allarmante è l’adesione entusiastica di Macron, che ha celebrato questa legge come un “cammino di fraternità”. Ma che fraternità è quella che spinge i sofferenti verso la morte anziché accompagnarli nella vita?
Eppure, in questo scenario drammatico, la resistenza non è mancata. Centinaia di persone si sono radunate a pregare il Rosario davanti all’Assemblea Nazionale, guidate da padre Pagès.
Non un gesto folkloristico, ma una potente testimonianza spirituale. Una lotta che non è solo dei credenti, ma di chiunque riconosca che la civiltà si fonda sulla cura dei deboli, non sulla loro eliminazione.
E in Italia? Non illudiamoci
Anche in Italia il fronte pro-eutanasia spinge con forza.
Già nel 2022 la Corte Costituzionale ha aperto spiragli per il suicidio assistito, e oggi più proposte legislative sono all’esame del Parlamento.
La pressione ideologica è identica: dietro le parole “autodeterminazione” e “libertà”, si cela una realtà pericolosa in cui chi soffre rischia di sentirsi spinto a morire, non libero di vivere.
Il nostro sistema sanitario è fragile, la rete di cure palliative è ancora carente, e l’individualismo cresce: terreno fertile per far attecchire la stessa “cultura della morte” che oggi sta devastando la Francia.
È ora di svegliarci! Non possiamo più restare neutrali.
Per questo, se non l'hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione "Fermiamo la cultura della morte! Difendiamo la Vita!", promossa da Generazione Voglio Vivere, per bloccare i tentativi regionali d’introdurre norme illegittime e pericolose, promuovendo anzi la vita come Valore.
Mai come oggi, il tuo aiuto concreto è fondamentale per diffondere un messaggio potente e inequivocabile: ogni vita merita di essere difesa. Sempre!
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O si è per la vita, o si è contro. E noi scegliamo di stare dalla parte della vita, sempre, fino all’ultimo respiro!