Un cineforum “trans” in parrocchia? Incredibile, ma - ahimè - vero!

Un cineforum “trans” in parrocchia? Incredibile, ma - ahimè - vero!

E' ora di finirla! È inaccettabile che un cineforum dal titolo «Le correnti del possibile» a tema transessualista si svolga proprio in un cinema parrocchiale!

Si tratta di un’iniziativa totalmente contraria alla morale ed alla dottrina della Chiesa!

E' stata promossa dall’associazione Con-TeStare Sportello Attivo Transgender e dal cinema “Esperia” della parrocchia di Santa Maria Assunta in Chiesanuova, diocesi di Padova.

Il settimanale diocesano La difesa del popolo ne ha parlato come se fosse un evento tra i tanti ed ha riportato anche le dichiarazioni di Chiara Cappelletti, vicepresidente di Con-TeStare:

«Desideriamo approfondire l’argomento delle molteplicità dell’identità di genere», afferma, assicurando ad ogni proiezione anche la presenza di persone trans e familiari.

Ed aggiunge: «I film scelti approfondiscono la bellezza e la pluralità dell’esperienza di una persona transgender e gender diverse». Ma ci rendiamo conto?!?

Questo, in un ambiente ecclesiale è semplicemente intollerabile! La transessualità non si può promuovere, va contro Catechismo, Sacra Scrittura e Magistero!

Dobbiamo fermare questo scempio! Ed oggi abbiamo due modi, entrambi validi ed efficaci, per riuscirci.

Il primo consiste nel firmare, se non lo hai ancora fatto, la petizione «Fermiamo i corsi pro-Lgbt!», promossa da Generazione Voglio Vivere.

Si rivolge ai Vescovi delle diocesi nelle cui parrocchie siano state promosse iniziative Lgbt, chiedendo espressamente di annullarle perché contro la sana Dottrina e contro natura.

Il secondo modo consiste nell’aiutarci, con una tua offerta, per promuovere una vasta campagna di sensibilizzazione via social, grazie alla quale denunciare questi veri e propri scandali! 

In questo modo potremo trovare anche tanti nuovi amici, pronti ad unirsi a noi in questa sacrosanta battaglia per la morale e per la fede!

Le ragioni le si trova nella Sacra Bibbia. Genesi 1, 27: «Maschio e femmina Dio li creò». O uno o l’altra. Questo è un dato costitutivo e fondativo della Persona, di ogni persona.

Ma troviamo anche in I Cor 6, 9-10: «Non illudetevi: né immorali (…), né adulteri, né effeminati, né sodomiti, (…) erediteranno il regno di Dio».

Il che rende chiarissimo quanto grave sia per la Sacra Scrittura il tentativo di “cambiar” sesso o di apparire e comportarsi come individui di sesso opposto al proprio.

La condanna della transessualità risulta quindi esplicitamente di diritto positivo divino. Come conferma anche il Catechismo della Chiesa Cattolica:

«Spetta a ciascuno, uomo o donna, riconoscere ed accettare la propria identità sessuale», si legge al n. 2333.

Sul piano morale è il sesso biologico che determina con inequivocabile chiarezza l’aspetto identitario di una persona.

La Carta del Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari recita al n. 66 nota 148:

«Non si può violare l’integrità fisica di una persona per la cura di un male d’origine psichica o spirituale. Qui non si danno organi malati o malfunzionanti».

Quindi «la loro manipolazione medico-chirurgica è un’alterazione arbitraria dell’integrità fisica della persona».

Il sesso biologico non è mai un errore, né una malattia ed è ad esso, in quanto dato reale, che la mente deve adeguarsi, non il contrario.

Molti sono gli studi scientifici, che pongono ormai in evidenza i danni di carattere psicofisico e sociale provocati dal “cambio” di sesso.

Uno studio del 2024 si intitola «Rischio di suicidio e autolesionismo dopo un intervento chirurgico di affermazione di genere». Ha analizzato 90 milioni di pazienti tra il 2003 ed il 2023.

Queste le conclusioni: chi si è sottoposto a tali interventi presenta «un rischio di tentativo di suicidio 12 volte superiore rispetto a quelli che non lo avevano fatto».

Nel 2014 è uscito negli Stati Uniti un altro studio dal titolo «Tentativi di suicidio tra adulti transgender e non conformi di genere».

In esso è scritto che almeno una volta nella vita ha tentato il suicidio il 42% degli uomini in cura ormonale per “diventare” donne ed il 46% delle donne in cura ormonale per “diventare” uomini.

La media dei candidati al suicidio in chi non si sottoponga a tali pratiche è viceversa pari solo al 4,5%.

Un altro studio recentissimo, pubblicato il 25 febbraio 2025, rivela quel che accade ai pazienti sottopostisi ad un intervento di “transizione”. Francamente, nulla di buono.

Essi presentano un rischio significativamente più alto di depressione, ansia, ideazione suicidaria e disturbi da uso di droghe rispetto a coloro che l’intervento non l’hanno fatto.

Ciò è confermato anche da un’indagine condotta sugli adolescenti. Altre ricerche mostrano in modo inequivocabile come ciò non dipenda dalla mancata accettazione sociale o “transfobia”.

Il disagio sorge e cresce anche quando i soggetti Lgbt ed, in particolare, “trans” non subiscano alcuna forma di discriminazione.

Ingiustificate sono le parole rilasciate da Umberto Bodon, incaricato per la gestione del cinema Esperia, al settimanale diocesano.

Egli sostiene che «una sala comunitaria in ambiente ecclesiale dev’essere aperta a tutti». Non all’immoralità ed a quanto vada contro la Dottrina della Chiesa, però!

Ormai resta solo una data di questo inqualificabile cineforum, ma non ci si può esentare dal chiedere al parroco ed al vescovo di Padova di interrompere subito proiezioni ed incontri!

Uniamo le forze e rendiamo vigorosa la nostra protesta!

 

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