Basta menzogne: la pillola abortiva non è sicura. È letale!

Basta menzogne: la pillola abortiva non è sicura. È letale!

Per anni ci hanno ingannati. Ci hanno ripetuto che la pillola abortiva è "più sicura del Tylenol", come fosse una banale aspirina.

Una menzogna sfrontata, ora demolita da uno studio del Charlotte Lozier Institute intitolato «Origini e proliferazione di paragoni infondati sulla sicurezza del mifepristone», pubblicato il 24 maggio: non esiste alcun confronto scientificamente valido tra il mifepristone e un comune analgesico da banco.

È come paragonare un bicchiere d’acqua a un acido corrosivo.

Il mifepristone non è una terapia: è un farmaco concepito per fermare un cuore che batte. È progettato per interrompere la vita del bambino e, troppo spesso, mette in pericolo anche quella della madre.

Emorragie, dolori lancinanti, infezioni, sepsi, perforazioni: effetti devastanti, nascosti dietro una narrazione comoda e ideologica.

Eppure, questa menzogna viene ripetuta come un mantra da medici, media e attivisti. Si promuove l’aborto chimico come se fosse una "soluzione rapida", da fare in casa, in silenzio, lontano da ogni struttura medica.

Ma la realtà è un’altra. Una realtà fatta di donne sole, ferite, traumatizzate.

•  «Pensavo sarebbe stato semplice. Invece ho avuto dolori così forti che credevo di morire. Ho perso tanto sangue, ho avuto bisogno di essere ricoverata. Ma nessuno mi aveva detto nulla di tutto questo. Nessuno.» (Giulia, 27 anni)

•  «Mi avevano assicurato che era più sicura di una tachipirina. Ma dopo l'assunzione, sono crollata a terra in bagno. Mio marito ha trovato solo sangue e urla. Nessuno dovrebbe passare questo inferno da sola.» (Marta, 32 anni)

•  «Hanno ucciso mio nipote. Mia sorella aveva 23 anni, ha preso la pillola pensando fosse la soluzione. Tre giorni dopo era morta. Una vita spezzata dentro e una fuori. Ma nessuno ne parla.» (Roberto, fratello di una vittima della pillola abortiva)

Queste non sono eccezioni, sono conseguenze reali!

Secondo un altro studio, di cui ti abbiamo già parlato, effettuato su oltre 865.000 prescrizioni, quasi l’11% delle donne ha subito gravi complicazioni: infezioni, emorragie, sepsi, rotture interne.

Ma la propaganda continua, cieca e irresponsabile.

L’aborto chimico non è progresso, è un ritorno a una barbarie mascherata da modernità. E non è solo un bambino a morire. È anche la donna a rimanere segnata.

Nel Regno Unito, durante la pandemia, si è deciso di estendere la possibilità di ricevere la pillola abortiva per posta. Il risultato? Una giovane attivista argentina di 23 anni è morta pochi giorni dopo l’assunzione.

Ma non c'è stata nessuna marcia, nessuna indignazione. Solo silenzio!

In Italia, l’aborto chimico è stato sdoganato con leggerezza dal Ministero della Salute durante l’emergenza Covid.

Oggi, nel nostro Paese, oltre il 60% degli aborti è farmacologico. E continuano a ripeterci che è “più sicuro della penicillina”.

La realtà è questa: la pillola abortiva uccide. Sempre! Qualcuno lo chiama diritto, noi lo chiamiamo tragedia.

È ora di dire basta! Basta bugie. Basta manipolazioni. Basta trattare il dolore delle donne come un dettaglio marginale.

Per questo, se non l’hai ancora fatto, ti invitiamo a firmare subito la petizione "Fermiamo l’aborto chimico!", promossa da Generazione Voglio Vivere.

Un gesto concreto per difendere la vita, proteggere le donne e dire con forza: mai più silenzio su questa strage nascosta.

Ma non basta! È fondamentale potenziare la nostra grande campagna di sensibilizzazione su Facebook, per scuotere le coscienze e allertare il maggior numero possibile di persone riguardo a questa pericolosa deriva.

Tuttavia, un’iniziativa di questo tipo comporta dei costi che, da soli, non siamo in grado di affrontare. Per questo, abbiamo URGENTE bisogno del tuo aiuto!

Restare in silenzio significa essere complici: è il momento di agire, e farlo subito!

Serve il coraggio di fermare questo inganno. Serve uno Stato che difenda la vita, non che distribuisca pillole di morte.

 

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